COMUNICATO STAMPA CIDA
Roma, 17 luglio 2019. “Il 12% dei contribuenti italiani versa quasi il 58% dell’Irpef nazionale: in quella percentuale vi sono dirigenti, professionisti, manager privati e pubblici, in servizio e in pensione, sui quali si accanisce una campagna mediatica che li dipinge come dei privilegiati e sui quali si concentrano sempre nuovi interventi legislativi di riduzione del reddito. E’ il caso delle pensioni di importo medio-alto, con il mancato adeguamento all’inflazione e il cosiddetto contributo di solidarietà, ma anche di proposte che puntano a ridurre deduzioni e detrazioni fiscali per i percettori di redditi medi”: lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, commentando i dati del centro studi Itinerari previdenziali sulle entrate fiscali 2017. “Le cifre contenute nell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate, sono impressionanti – dice Mantovani – non solo per l’evidente sperequazione fra i pochi che versano al fisco e i tanti che non lo fanno affatto o solo per cifre irrisorie. Ma perché dimostrano l’insostenibilità di un sistema di welfare che fa sempre più fatica ad essere finanziato secondo i sani principi di contabilità pubblica. Le spese sociali, in particolare quella sanitaria, vanno a finire solo sulle spalle di chi le tasse le ha sempre pagate, con un aggravio crescente in termini di riduzione del reddito disponibile, di potere d’acquisto e conseguente depressione dei consumi. Stiamo assistendo a un graduale ma costante rallentamento nella crescita dei redditi appena superiori alla fascia bassa. Gli scarsi investimenti in tecnologie, organizzazione e competenze, oltre a una generalizzata avversione verso chi per merito e competenze guadagna di più della media, hanno portato a valori medi dei redditi di lavoro indegni di un paese sviluppato, che esprime leadership in molti settori.
“Ma quel che è forse più grave – prosegue il presidente di CIDA – è il peso sempre troppo elevato dell’economia sommersa, certamente non intaccata da poche azioni eclatanti e frequentemente graziata con condoni e provvedimenti di stralcio. Eppure, secondo i dati aggiornati dell’apposita commissione del MEF che si occupa di monitorare questo fenomeno, nel 2016 in Italia sono state evase le tasse per un valore di oltre 96 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti più di 11 miliardi di euro di contributi non regolarmente versati. Insomma, circa 107 mld di euro mancano all’appello, l’equivalente di una decina di manovre finanziarie.
“Il quadro che emerge dalle tabelle elaborate dal centro studi di Alberto Brambilla è inquietante e richiederebbe interventi urgenti. Nel recente incontro con il vicepremier e ministro degli Interni, CIDA ha manifestato questa preoccupazione e la espliciterà nel documento che forniremo al Governo per tentare di varare una manovra di fine anno condivisa. Itinerari previdenziali e CIDA forniranno una fotografia completa delle dichiarazioni dei redditi 2017 nel prossimo mese di settembre, in un convegno pubblico. In quell’occasione ospiteremo esperti e politici per sensibilizzare l’opinione pubblica ad un problema la cui soluzione non è più rinviabile, non soltanto per garantire più equità nel prelievo fiscale e intaccare le aree di evasione ed elusione, ma per restituire certezza del diritto e fiducia nel rapporto fra Stato e cittadini”, ha concluso Mantovani.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (Sindacato Medici ambulatoriali).