Roma, 14 ottobre 2020. “Gli interventi sulla previdenza da inserire nella prossima legge di bilancio, devono ispirarsi al generale principio dell’equità, e conformarsi all’obiettivo di ridurre la rigidità delle regole per ac-cedere al pensionamento; regole che vengono ad essere confliggenti con un mercato del lavoro che invece chiede maggiore flessibilità. Sì, quindi all’introduzione di forme flessibili, capaci di aderire alle diverse condizioni di vita e di lavoro, nonché alle differenti capacità reddituali e contributive”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA; la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, intervenendo al tavolo di confronto fra il ministero del Lavoro e le parti sociali sulla previdenza. “In attesa di interventi strutturali che evitino lo ‘scalone’ che si verrebbe a determinare alla fine di ‘Quota 100’, usiamo gli strumenti tecnici disponibili stando ben attenti a non creare diseguaglianze e a proteggere le categorie più deboli.
“Bene, quindi, l’estensione di Opzione Donna e Ape Sociale, così come valutare il recupero di Ape Volontaria e Aziendale; condivisibili anche la staffetta generazionale e l’allargamento del contratto di espansione. Abbiamo posto al tavolo di confronto, la necessità di incentivare la previdenza complementare anche in funzione di ammortizzatore sociale, e invitato a sterilizzare le conseguenze del calo del pil indotto dal Covid 19, sui futuri assegni pensionistici. Questo è un tema sul quale CIDA presta particolare attenzione. Infatti, così come in passato venne adottato un provvedimento legislativo correttivo, anche oggi alla luce delle gravi ripercussioni economiche della pandemia occorre ragionare sulla necessità/opportunità dell’attuale criterio di calcolo legato al PIL, soprattutto se si pensa a chi è prossimo al pensionamento e potrebbe subire una forte ricaduta in termini di svalutazione pensionistica. Per tale motivo CIDA propone, in attesa di un intervento risolutivo, una ‘sterilizzazione’ del montante contributivo per questo periodo
Qualsiasi saranno le formule che si andranno a proporre, occorrerà tenere in seria considerazione il fatto che i giovani non hanno la certezza di retribuzioni continuative e dinamiche come le generazioni precedenti, pertanto, è evidente che per rendere il sistema pensionistico pubblico sostenibile nel tempo occorre in prospettiva renderlo più leggero rivedendo in riduzione progressiva anche le aliquote contributive, lasciando maggiore spazio alla previdenza complementare basata sul sistema a capitalizzazione. Ecco perché sarebbe utile alzare il limite della deducibilità fiscale degli investimenti in previdenza complementare, da anni fermo ad un ‘tetto’ di poco superiore ai 5mila euro.
“Vorremmo che si affrontasse l’annosa questione della separazione fra assistenza e previdenza, più volte richiamata nei tavoli di confronto con il Governo. Abbiamo più volte sostenuto, con l’avallo di studi econo-mici terzi e confortati dall’opinione del presidente dell’Inps, la sostenibilità della spesa pensionistica una volta depurata della componente assistenziale, che non può non ricadere nella fiscalità generale. Ben venga quindi l’istituzione di una commissione ministeriale che affronti il problema: la creazione di una ‘anagrafe delle prestazioni assistenziali’ che abbiamo proposto alla Ministra Catalfo potrebbe accelerare i tempi”, ha concluso Mantovani.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai Assoprof (Sindacato Medici ambulatoriali)