Ricerca Federmanager presentata all’assemblea ALDAI
Le industrie italiane scoprono app e social per il business
A fare da “profeti” soprattutto i top manager
Cresce nelle industrie italiane l’uso di Web, (62%), app per tablet e smartphone (29%) e social media (17%) per fare business. Ma ci sono ancora grandi potenzialità non sfruttate. I “profeti” del digitale sono i top manager, che lo utilizzano per lavoro quasi il doppio rispetto agli altri dirigenti.
È quanto emerge dalla ricerca “Manager 2.0” realizzata da duepuntozero Doxa per Federmanager, presentata in occasione dell’assemblea Aldai, lunedì 11 maggio a Milano.
L’indagine è stata condotta nel mese di aprile 2015 attraverso un questionario online, al quale hanno risposto circa 500 dirigenti industriali.
A livello personale, 2 dirigenti tricolore su 3 utilizzano smartphone per lavoro (62%). Quasi la metà ha un uso intensivo del Web (47%). Ancora modesto l’impiego dei social media per fare business, con l’unica eccezione di Linkedin (35%).
A fare da apripista sono i top manager, che denotano un uso più evoluto e frequente dei social media, quasi il doppio rispetto agli altri dirigenti.
Nel complesso circa 4 manager su 10 non usano affatto i social media. Il 30% li usa almeno tre volte a settimana. Il 31% li utilizza sporadicamente.
“Rispetto ai colleghi europei i manager italiani sembrano ancora timidi nell’uso di app e social media per il lavoro”, osserva Romano Ambrogi, Presidente Aldai, “Forse pesa ancora una barriera culturale, ma credo che la rivoluzione digitale trasformerà presto il lavoro dei manager in tutte le aree: dalla organizzazione delle attività ai viaggi, dalla comunicazione ai rapporti con clienti e colleghi. Con enormi benefici su efficienza ed efficacia”.
“Ci sono enormi potenzialità da una diffusione del digitale in azienda, per essere più vicini ai clienti e cogliere nuove opportunità”, rileva Antonio Filoni, Business Executive Manager duepuntozero Doxa, “Non è un caso, come mette in luce l’indagine, che siano proprio i top manager i più avanzati nell’uso dei social media per fare business”.
La priorità per il Paese? Ridurre burocrazia e tasse
La ricerca ha anche indagato lo scenario e le prospettive delle imprese.
La priorità per rilanciare aziende e Paese, secondo i manager, è la semplificazione della burocrazia (41%). Fattori chiave sono anche la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro (37%) e del carico tributario sulle imprese (36%).
Decisivi anche il contrasto alla corruzione (27%) e il potenziamento della formazione (24%).
Per svilupparsi all’estero, invece, i manager ritengono fondamentale una crescita dimensionale della propria impresa (50%) e maggiori investimenti per la ricerca e sviluppo (50%). Importanti anche il lancio di nuovi prodotti o servizi (37%) e un deciso impulso su formazione e lingue straniere (33%).
La crescita dimensionale, in particolare, è considerata la vera sfida da circa due terzi dei dirigenti (61%) nelle aziende nazionali.
Affidabilità dei prodotti (56%), tecnologia (46%) e innovazione (43%) sono i punti di forza che i manager riconoscono alle proprie aziende.
Migliora il clima interno in azienda
Nonostante la prolungata crisi, oltre metà dei dirigenti industriali segnala una ripresa dell’entusiasmo e dell’impegno dei propri collaboratori in azienda (erano il 43% nel 2013). In due anni è scesa, invece, dal 17% al 13% la quota di quanti percepiscono atteggiamenti diffusi di conflitto nello staff.
L’indagine Federmanager mostra anche che si diffonde nelle aziende il business plan, strumento strategico fondamentale per la crescita. Nel 2015 lo avevano adottato 77 aziende su 100, rispetto alle 74 del 2013.
Sale poi dal 53% al 57% al quota di imprese in cui il business plan ha un orizzonte a medio termine (3 anni9. Si riduce invece dal 27% al 21% la platea di imprese in cui il business plan ha il respiro corto.