Ricerca ALDAI:
In dieci anni l’Italia ha perso il 13% dei dirigenti
Ma dal 2011 si registra una tenuta (+1,2%)
Il decennio 2005-2014 ha divorato un settimo delle scrivanie di comando in Italia: i dirigenti sono scesi da 460.000 a 400.000. Anche il 2014 si è chiuso con una contrazione dell’1%.
Negli ultimi 4 anni, tuttavia, si registra una timida inversione di tendenza con un saldo positivo di 5.000 posizioni ai vertici di imprese ed enti (+ 1,2%).
Dal 2011 a fine 2014 i dirigenti sono cresciuti da 395.000 a 400.000. Il risveglio riguarda soprattutto commercio e servizi e in modo marginale anche l’industria. La ripresa è concentrata al Centro e al Nord Ovest.
È quanto emerge da una ricerca condotta da ALDAI, Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali, che conta circa 16.000 associati, aderente a Federmanager.
L’indagine è stata presentata in occasione dell’assemblea Aldai, lunedì 11 maggio a Milano.
Nella Penisola metà dei dirigenti lavora al Nord (48%). Circa il 27% opera al Centro. Circa un quarto (25%) ha la base al Sud e nelle Isole.
L’indagine Aldai segnala una preoccupante tendenza di lungo periodo, con un “impoverimento” di imprese ed enti, in cui ci sono oggi appena 24 dirigenti ogni 1.000 lavoratori dipendenti, contro i 33 di dieci anni fa.
Ci sono però significative differenze fra settori. Oggi i manager sono circa 13 ogni 1.000 addetti nell’industria, mentre salgono a 30 nel commercio e servizi.
L’indagine Aldai segnala, nel contempo, la costante ascesa della “quota rosa” fra i manager. Le donne erano circa il 25% dei dirigenti dieci anni fa e sono ora il 29%. L’incremento (+4%) è più elevato rispetto alla contestuale crescita della presenza femminile sul totale dei lavoratori dipendenti, che si attesta al + 2,6%.
Anche se, rispetto ad altri Paesi europei, in Italia restano poche le donne nella “stanza dei bottoni”.
“La riduzione dei posti di dirigente nel medio termine è diretta conseguenza della crisi, che ha fatto sparire migliaia di aziende: è una grave perdita nel capitale umano del Paese, vero motore di sviluppo”, osserva Romano Ambrogi, Presidente ALDAI, “I segnali di tenuta degli ultimi anni fanno ben sperare e mi auguro che siano l’avvio di una svolta decisiva”.
“L’Italia tornerà a crescere solo rilanciando l’industria, motore di crescita economico e sociale, e le attività che trainano la produzione, come turismo, cultura, ambiente, trasporti”, aggiunge Romano Ambrogi, Presidente ALDAI, “Le aziende crescono solo con manager professionali, innovativi e motivati”.
Fonte: elaborazione ALDAI su dati Istat
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